SketchUp più V-Ray per rendering d'interni di un soggiorno per agenzia immobiliare.

SketchUp Pro con V-Ray per i rendering delle agenzie immobiliari

Con questa intervista all’esperto di SketchUp e V-Ray Damiano Corradini andiamo a scoprire le potenzialità dei due programmi per produrre rendering fotorealistici destinati a promuovere la vendita di un immobile per l’agenzia Blulake Real Estate di Manerba del Garda (BS), che ringraziamo per la gentile concessione delle immagini.

Sviluppare render per un'agenzia immobiliare con SketchUp e V-Ray

Ciao Damiano, in qualità di esperto di rendering e modellazione con SketchUp e V-Ray, tu collabori con alcuni studi di progettazione della tua zona, oltre che con Tecnobit per il corso su SketchUp per iPad e l’Open day che ti ha visto presente come relatore a Brescia. E delle agenzie immobiliari cosa ci racconti? È un tipo di cliente così diverso? Come sei entrato in contatto con l’agenzia Blulake?

Hai ragione, collaboro da diversi anni con studi di progettazione soprattutto a Manerba e dintorni, infatti è grazie a uno di questi che tempo fa ho conosciuto l’agenzia Blulake. In seguito, dopo essermi messo in proprio, li ho ricontattati per offrire la mia collaborazione per servizi di rendering e affini, dopodiché è successo che loro mi hanno chiamato, così ci siamo incontrati e da lì è nata questa esperienza. 
Mi hanno chiesto di produrre alcune immagini per un immobile in vendita nel centro di Brescia che presupporrebbe una certa riqualificazione, quindi avevano pensato che poteva essere più accattivante per l’ipotetico acquirente vedere come potrebbe diventare, piuttosto che com’è ora e quindi con delle foto che risulterebbero meno suggestive.
Non si tratta di un progetto di ristrutturazione, è una vendita immobiliare allo stato di fatto, ma servivano delle immagini per non mostrare degli interni vuoti e da risistemare, com’è normale che siano in questi casi. Potremmo dire che è una sorta di home staging virtuale. In ogni caso il fine dell’operazione è la pubblicità per l’immobile in vendita, da porre sulle vetrine, sul sito web e da usare per le altre necessità dell’agenzia.

Per me si è trattato di un’esperienza totalmente nuova e mi ci sono tuffato con entusiasmo, proprio per capire come potevo relazionarmi e cosa potevo offrire a un tipo di cliente che probabilmente avrebbe avuto delle richieste un po’ diverse da quelle a cui sono abituato.

Quello che mi è stato chiesto è stata una proposta di arredo per l’appartamento (nella palazzina gli appartamenti sono due, ma molto simili) e un fotoinserimento per l’ipotesi di risistemazione del cortile con i box auto.

La prima differenza che ho notato rispetto alla collaborazione con i progettisti è la maggior libertà che mi hanno dato, sia per l’arredo che per il rendering. L’importante è che siano soluzioni alla portata di tutti, non ardite e che il rendering le mostri con il massimo realismo, proprio per far sì che il cliente non abbia nessuna difficoltà a immaginare come potrebbe diventare l’appartamento, con una proposta d’arredo molto verosimile.
Tutta questa “carta bianca” per me è un po’ una novità, perché quando collaboro con architetti e designer è normale che sappiano già cosa vogliono e quindi ricevo molte più indicazioni su come proporre la loro soluzione che è già ben definita e non c’è molto da aggiungere, se non in termini di oggetti, complementi, ecc.

Sei stato chiarissimo, ma non ho capito una cosa: ti è piaciuto o no questo nuovo tipo di lavoro, questo approccio diverso dal solito?

Moltissimo, mi sono proprio divertito, anche perché non mi capita spesso di poter far tutto di testa mia. In questo senso mi ha forse richiesto più impegno, ma con l’entusiasmo della novità non me ne sono neanche accorto.
Quindi tutto positivo e anzi spero di ripetere presto operazioni simili. Se bisogna trovare un neo, i tempi sono stretti, perché c’è da mettere in vendita un immobile e non si può tergiversare, però me lo immaginavo e dopotutto non è neanche stato così drammatico.

In più posso dare più spazio alla mia creatività, arredando gli ambienti secondo un mio stile, immaginando di trovarmi di fronte al cliente che vuole effettivamente una soluzione per i suoi interni, che non dev’essere né troppo eccentrica o inarrivabile, né banale, alla portata delle tasche e del gusto dei più, senza essere proprio scontata.
Ultimo ma non ultimo, i proprietari dell’agenzia sono persone davvero simpatiche e cordiali e questo aspetto per me ha sempre il suo peso, perché mi fa lavorare meglio, con più serenità. Penso sia normale.

Before After Cortile palazzina a Brescia stato di fatto.Cortile palazzina a Brescia render.

Cortile interno della palazzina: stato di fatto e ipotesi di riqualificazione. Vedi l’annuncio immobiliare.

Dalla planimetria alle suppellettili con oggetti 3D Chaos Cosmos

Scendiamo nel pratico: vi siete visti, parlati, messi d’accordo e poi cosa ti hanno fornito come base di partenza su cui sviluppare il modello? E poi ci sono state delle revisioni o modifiche prima della consegna finale?

Un’agenzia immobiliare non sempre ha molta documentazione tecnica dell’immobile che deve vendere, giusto quella che serve, ovvero le mappe catastali. In questo caso son partito proprio da queste in formato PDF.
Quindi ho importato la pianta catastale come immagine in SketchUp, l’ho scalata secondo le misure di riferimento che avevo, su questa base ho “tirato su” i muri, posizionato porte e finestre e diciamo che in breve tempo lo stato di fatto era bello che pronto.
A questo punto ho realizzato un paio di proposte di arredo che ho sottoposto all’agenzia. Quindi un minimo di revisione c’è stata, anche perché, essendo un primo lavoro, è anche importante capire quanto si è in sintonia.
Una volta individuata la direzione da seguire, sono andato avanti raffinando la proposta d’arredo e producendo le immagini renderizzate con V-Ray.

Gli oggetti che hai messo arrivano dalla 3D Warehouse o da altre fonti? Ci sono Collezioni che usi più spesso, alle quali sei affezionato? Insomma, come ti muovi per trovare gli oggetti giusti o per modellare in proprio quel che ti serve?

In generale non ho preclusioni in merito alle fonti, le conosco e frequento ormai con una certa dimestichezza. In generale sulla 3D Warehouse cerco più oggetti singoli (o singolari) che Collezioni, mentre per il rendering mi appoggio spesso alla libreria Chaos Cosmos che dispone di oggetti di ottima qualità e logicamente modello da me quel che non trovo già pronto.

Nel caso specifico ho realizzato i componenti della zona cucina, il mobile tv e quello tra le finestre, più il cannettato sulle pareti, perché mi servivano degli elementi quasi su misura. Gli altri oggetti provengono quasi tutti dalla libreria Chaos Cosmos di V-Ray, che trovo molto utile anche per i complementi d’arredo come la lampada tra le due finestre, gli oggetti sul tavolino (libri, piante, ecc.). Sono oggetti dettagliati, di alta qualità, pronti all’uso e che non rappresentano per forza dei beni disponibili sul mercato, ma ne danno un’indicazione che è quel che serve in questo caso: qui ci potrebbe essere una lampada, che non sarà per forza quella e così per i libri, le piante, ecc.

Per le sedie invece ho utilizzato un modello scaricato dalla 3D Warehouse sul quale ho applicato i materiali secondo il mio gusto personale.

SketchUp V-Ray rendering interno sedute tv per agenzia immobiliare.

Output, esportazione immagini e pubblicazione dei render

Come hai consegnato il lavoro e che uso ne ha fatto l’agenzia?

Dopo aver visionato e approvato assieme le scene finali, le ho esportate come immagini ad alta risoluzione, o meglio di dimensioni abbastanza grandi, in modo che l’agenzia possa farne l’uso che desidera, senza avere limitazioni ad esempio per la stampa in un formato adatto per le vetrine, o per un catalogo destinato alle trattative private. 

In questo caso si tratta di un immobile del centro, quindi probabilmente ha un valore abbastanza alto e una sua “rarità” in virtù delle quali l’agenzia potrebbe avere già dei potenziali clienti interessati. In ogni caso a ridurre l’immagine grande e renderla più leggera e adatta alla pubblicazione sul sito web si fa presto, il contrario no. 

Penso che al cliente vada data l’esportazione nel formato e nelle dimensioni più utili, per agevolarlo e non fargli perdere tempo, ma se gli utilizzi sono più di uno, bisogna puntare a soddisfare quello più gravoso che di solito è la stampa, perché web e schermi in generale si possono “accontentare” di qualche pixel in meno.

A proposito di immagini piccole che servirebbero un po’ più grandi, mi è venuto in mente un breve video di un nostro comune amico su uno strumento che all’occorrenza può togliere qualche castagna dal fuoco, si chiama Replicate ed è uno strumento di AI per ingrandire le immagini.

Rimanendo sul tecnico, che hardware utilizzi nella tua pratica professionale per ottenere immagini di questa qualità e con che tempi di elaborazione? Ti è mai capitato di ricorrere a render farm o servizi hardware esterni?

Fino a un anno fa lavoravo con un Mac, poi sono passato al mondo Windows per “ovvie” esigenze di scheda video.
Mi serviva una scheda grafica dedicata che mi permettesse di utilizzare tutte le opzioni di ray-tracing, quindi mi sono dotato di una Nvidia RTX 3080 che mi assicura dei tempi di elaborazione decenti, anche con impostazioni avanzate che richiedono calcoli corposi.
Inoltre in questo modo posso utilizzare anche Vantage, l’estensione di V-Ray per il rendering in real-time e le animazioni, che richiede tassativamente una scheda video di questo tipo. Quello delle immagini in movimento è ancora un mondo nuovo per me, lo sto ancora esplorando, ma già riesco a ottenere qualche risultato utile. Diciamo che oltre ad avere l’hardware giusto, se per il render bisogna immaginarsi un po’ fotografi, per le animazioni bisogna puntare sulla regia, quindi serve tempo per studiare anche aspetti teorici, non sempre basta “smanettare”.

Normalmente lavoro sempre con il mio computer, è raro che sviluppi parti di progetto sul portatile o sull’iPad per poi passare i calcoli pesanti alla macchina più performante. Talvolta mi capita di lavorare in altri studi e uso i loro computer che comunque hanno prestazioni comparabili al mio, quindi non mi cambia nulla.

Per quanto riguarda le render farm, mi è capitato solo di usare il rendering offerto da Chaos Cloud. Avevo 30-40 render da elaborare per uno stesso progetto e tempi molto ristretti per la consegna. La mia opinione è ottima proprio per i tempi record anche con rendering corposi.
Questo mi ha consentito di dedicare contemporaneamente il mio computer alla post-produzione, ossia rivedere con Photoshop le immagini renderizzate, per correggere piccoli errori oppure aggiungere del difetto per rendere la rappresentazione più vivida e poi un passaggio su Lightroom per regolare contrasto, saturazione dei colori, vignettatura e cose simili.

SketchUp V-Ray rendering interno zona pranzo per agenzia immobiliare.

Estensioni SketchUp e altri consigli per il render fotorealistico

Hai qualche Estensione, qualche strumento preferito, qualche consiglio da dare sulla scorta della tua personale esperienza professionale?

Un’estensione di SketchUp che uso davvero tanto è Round Corner di LibFredo6 per arrotondare o smussare i bordi. Assieme a questa uso spesso una funzione di V-Ray per aggiungere un bump sui bordi e dare l’effetto di rotondità senza agire effettivamente sulla loro geometria, così da mantenere il modello più leggero.

A proposito di leggerezza di file e modelli, nel caso in cui ci siano più stanze di uno stesso appartamento da arredare e renderizzare, sviluppi modelli separati (quindi più leggeri) o usi un modello unico, oppure altri accorgimenti?

Di solito non è necessario smembrare l’appartamento, perché V-Ray è in grado di capire cosa influisce anche marginalmente sulla scena e di tralasciare il resto. Quello che è nascosto da una parete opaca viene tralasciato, se invece è traslucida viene considerato. Se di fronte alla finestra c’è un altro edificio tutto giallo, la luce solare che entra nell’appartamento avrà una componente di quel giallo, mentre i mobili della camera da letto non hanno minimamente a che fare con il rendering del soggiorno, perché tra i due c’è un muro e in questo caso V-Ray non li considera. Calcola quel che vede, incluse trasparenze, specchi, riflessi, porte aperte, ecc., ma il resto lo lascia perdere.

Come sei arrivato a scegliere SketchUp e V-Ray?

Ho incontrato SketchUp all’ultimo anno di liceo artistico (adesso ho quasi 26 anni), su consiglio di un professore e da lì ho cominciato a studiarlo per conto mio. Per il resto a scuola usavamo soprattutto Autocad e 3ds Max. 
Dopo la maturità ho avuto modo di collaborare nello studio di un architetto che mi ha introdotto all’uso di V-Ray con SketchUp, così ho avuto modo di approfondire meglio quel che avevo cominciato a studiare da solo.
Da lì non ho più abbandonato il binomio SketchUp – V-ray che ritengo essere perfetto per le mie esigenze.

A questo punto, visto che sei giovane ma con già diversi anni di esperienza, hai un consiglio da dare a qualcuno che si avvicina a questo mondo, magari un errore da evitare? Immaginati di nuovo a 17-18 anni…

Domanda interessante, perché si tratta di una cosa che mi ripeterei anche adesso: di fronte a progetti che di primo acchito non sembrano completamente alla mia portata, devo convincermi che bisogna prenderli di petto, magari impegnandosi più del solito, per provare a se stessi che è fattibile, che ci si può provare, ci si può riuscire e quindi aggiungere un nuovo tassello alla propria esperienza. Per me vuol dire crescere e poter affrontare nuovi impegni con maggior consapevolezza e serenità. 

Mi hai risposto come se ti avessi chiesto: “Come t’è venuto in mente di fare i video tutorial su SketchUp per iPad?” Anche quello è stato un tuffo oltre l’ostacolo?

Altroché! Un tuffo carpiato! Tanto impegno, una discreta dose di ansia, diverse prove soprattutto all’inizio per trovare il bandolo della matassa, però alla fine mi è servito e sono stato soddisfatto del risultato raggiunto. Ovviamente ho già in testa di migliorare alla prossima occasione.

Usare il render fotorealistico come home staging virtuale

Alla fine dei giochi, consiglieresti a un tuo collega di avere come clienti anche delle agenzie immobiliari?

Certo! Avercene di agenzie immobiliari così! Magari bisogna fare un po’ le corse per consegnare, ma si può lavorare con più libertà compositiva, pensando a interpretare i gusti di persone “comuni”, perché questa è la stessa necessità del committente, per il quale non è così importante che i render siano di suo gusto, ma che solletichino il palato dei suoi clienti. Mi diverte anche immaginare di accompagnare un potenziale cliente dell’agenzia in visita all’appartamento, un home staging come si diceva prima, solo che l’appartamento non c’è, o meglio non è così al momento. E credo che questa idea dell’home staging virtuale possa prendere piede, almeno per certi tipi di immobili.

Al contrario gli architetti e i designer con cui collaboro sono giustamente più pignoli, richiedono più revisioni e modifiche, perché bisogna arrivare a comunicare un loro progetto ben definito. Grazie a questo diverso approccio, da loro ho sempre modo di imparare molto e di crescere professionalmente, così poi posso anche riuscire a soddisfare le esigenze degli agenti immobiliari.
Alla fine non rinuncerei a nessuno dei due, sono in qualche modo complementari per il mio sviluppo professionale.

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